I momenti significativi a livello podistico - 97° puntata - Strarimini - 1° parte

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Immagine CC0 creative commons

Arrivò il giorno della Strarimini, ero pronto, mi sentivo a posto, in effetti i presupposti per fare una buona prestazione c'erano tutti, in quella settimana avevo fatto una sessione di fartlek (variazioni di ritmo a piacere, con tratti percorsi a velocità sub-massimale e tratti di recupero) in cui avevo realizzato, sul percorso che facevo solitamente, il miglior tempo in assoluto, con una facilità e una scioltezza nei movimenti davvero invidiabile, per cui mi accingevo a prendere il via con i migliori presupposti e auspici...

Mi raggiunse nel box riservato agli atleti iscritti alla gara competitiva anche il mio ex-socio, aveva convinto un amico organizzatore a farlo partire davanti, insieme a noi, per cui non dovetti nemmeno aspettarlo, prendemmo il via fianco a fianco...

Il 1° tratto iniziale si percorreva interamente nel centro storico, poi si andava sul lungomare, per un rettilineo di alcuni km, durante i quali il coglione stimolò la mia personale produzione di bestemmie, facendo un'andatura davvero troppo sostenuta, seppur eravamo nelle fasi iniziali, il mio cardiofrequenzimetro non scendeva mai sotto alle 182 pulsazioni al minuto, la soglia anaerobica, misurata con il famoso Test di Conconi un mese prima, era posizionata a 180 battiti, per cui ero oltre, e non avevamo percorso neanche 1/4 della mezza maratona...

"Fermati, bestia, va piano, cala, frena cretino...", questo e altro ancora gli indirizzavo, lui, con la sua classica andatura a cazzo, a sensazione, replicava più o meno...

"Vado via con un filo di gas, sto benissimo...", e intanto i km passavano, il ritmo era frenetico, 3'34-35" al km, difficilmente avrei tenuto quei tempi fino alla fine, ma non volevo cedere, non volevo lasciarlo davanti, anche se lui girava per la 10 km e io avrei dovuto proseguire per altri 11 km...

Quella fu la tiritera per tutto il lungomare, aspettavo prima o poi un suo calo, quando imboccammo il vialone del gas (veniva chiamata così la strada che conduceva alla sede dell'SGR, la società fornitrice di gas e luce della mia zona) feci il mio personale attacco, allungando nel tratto in discesa del sottopasso presente in quel viale, lui resse il mio ritmo, ma sferrai la bordata definitiva nel susseguente momento di risalita, nel punto teoricamente a me meno favorevole, imprimendo un'ulteriore sferzata alla mia andatura, continuando anche quando superammo completamente il sottopasso...

"Che cazzo fai, aumenti?!?!", mi apostrofò non riuscendo più a reggere il mio ritmo, io, contando sul fatto che senza occhiali non vedeva un cazzo da vicino...

"No no, sei te che sei cotto, stiamo andando a 180 battiti...", mentre in realtà ero salito fino alla mirabolante cifra di addirittura 187 battiti...

Continua...



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