L'importanza del Giappone nell'economia mondiale

Quando un mio amico, pesante investitore in borsa, anni fa mi parlò dello Yen giapponese e della sua importanza nella finanza mondiale, quasi fosse un perno su cui fanno leva tante economie nazionali, da quella USA a quella cinese, dall'Europa ai cosiddetti Brics, rimasi esterrefatto.

Sì, perchè il Giappone, che negli anni 70-80 e primi anni 90 era un colosso nel settore del Big Tech, tanto che , quando si parlava di elettronica, in quegli anni, spesso ci si riferiva al Made in Japan, dalla metà degli anni 90 in poi, ha perso il suo ruolo, perdendo non solo contro la concorrenza del gigante asiatico per eccellenza, la Cina, ma anche per una realtà sempre più affermata, ovvero la Corea del Sud, che come un'azienda come Samsung domina molti settori della tecnologia.

La politica economica del paese nipponico è stata sempre improntata verso la serietà e la solidità del sistema nazionale, tanto che il Giappone è uno dei maggiori creditori al mondo, con oltre un trilione di dollari in titoli del Tesoro USA (primo in classifica tra i paesi esteri detentori) e più di 3 trilioni in attività estere nette.

Per decenni, la Bank of Japan ha tenuto i tassi d'interessi della sua valuta, lo Yen, molto bassi, certe volte negativi, e spesso prossimi allo 0: questo ha innescato il cosiddetto Yen Carry Trade, una strategia usata da molti investitori per sfruttare il differenziale di tassi di interesse tra due valute.

Per esempio, se si vuole comprare dei buoni del tesoro americani, è molto più conveniente prendere in prestito degli Yen , convertirli in dollari e comprare i buoni, invece che chiedere prestiti in dollari a tassi molto più alti.

Però, se la Bank of Japan decide di alzare i tassi, oppure lo Yen diventa troppo "forte", cioè aumenta la sua quotazione, per esempio nei confronti del dollaro e dell'euro, ecco che iniziano i dolori, perchè tanti investitori , che hanno sfruttato finora il Yen Carry Trade, ora si ritrovano a dover chiudere le loro posizioni, magari liquidando i loro investimenti.

E,se per esempio questi investimenti sono buoni del tesoro USA, una vendita massiva non farebbe per nulla bene all'economia americana, che dovrebbe aumentare gli interessi, con tutte le conseguenza sulla vita di tutti giorni, con un paese che, nella pieno della guerra commerciale dei dazi, sta vivendo giù un aumento dei prezzi spropositato, soprattutto dei beni comuni.

E dati economici di quest'anno, del Giappone, non sono tanto confortanti, e ci si aspetta una risposta dalla Bank of Japan.... una riposta, che potrebbe avere conseguenze sul resto del mondo.

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

Immagine realizzata con Grok