La guerra dell'alluminio
Ormai per noi l'alluminio, e tutte le sue varie leghe, è un materiale di uso comune che troviamo in tantissimi oggetti e apparecchiature intorno a noi: ma non è stato sempre così, perchè, non so se lo sapevate, ma prima degli anni '80 dell'Ottocento il prezzo dell'alluminio superava quello di oro e platino, con una quotazione di 34 $ all'oncia, rispetto all'oro che si aggirava in quegli anni, intorno ai 20$.
Il costo così alto dell'alluminio era dovuto alla difficilissima tecnica di raffinazione, ma con l'invenzione nel 1886 del processo di Hall-Héroult, i giochi cambiarono e l'alluminio iniziò a diventare non più un materiale raro e lussuoso, ma un metallo di uso sempre più comune.
In un certo senso, l'alluminio è molto più simpatico dell'acciaio: è molto più leggero, e non si arrugginisce, perchè l'ossido di alluminio, a differenza di quello ferroso, forma una pellicola protettiva, e quindi può resistere benissimo alle intemperie senza dover ricevere strati e strati di vernice anti-ruggine, oppure subire processi protettivi come la zincatura e la tropicalizzazione.
Ormai, però c'è così tanto alluminio a giro che il processo più economico, veloce e semplice è il riciclo dell'alluminio, che richiede solo il 5% dell'energia rispetto alla produzione primaria, l'importante è creare una filiera di riciclo che sia efficiente e ben preparata, cosa non sempre facile.
Ed è anche su questo prezioso metallo che si gioca la guerra commerciale tra USA e Cina, con un precedente interessante: già nel 2022, con l'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, l'azienda americana Alcoa chiese al Metal Exchange di Londra, di bandire Rusal , uno dei più grandi produttori di alluminio fondata nell'URSS, sollecitando il boicottaggio del metallo russo.
Ora è guerra aperta tra USA e Cina, con i dazi messi da Trump, che hanno aumentato la tassazione sull'import di questo metallo da 25 al 50%, con l'obiettivo dichiarato di proteggere l'industria siderurgica e dell'alluminio statunitense, ma facendo un chiaro smacco alla Cina, il cui alluminio rappresenta una quota significativa delle importazioni USA fino a poco tempo fa.
La contromossa cinese sembra essere di aumentare la produzione di alluminio, con aziende come la Tsingshan, che sta aprendo 6 fonderie in Indonesia: aumentando l'offerta di questo metallo, il prezzo potrebbe scendere ancora, soprattutto per le compagnie cinesi che potrebbero così ridurre i costi di produzione, mentre i paesi occidentali potrebbero arrancare ancora di più, avendo una catena di approvvigionamento neanche paragonabile al colosso asiatico.
Come ho scritto nei miei post precedenti, questo è l'ennesimo azzardo della politica del presidente USA, che , facendo una analogia con il Poker, sta andando "All in" sulla sua guerra commerciale, anche se spesso si rimangia le parole e torna sui suoi passi, sparandola grossa ma poi cercando di ritrattare: la grande domanda è, gli USA hanno le infrastrutture e il "know how" per ridurre la dipendenza dalle importazioni dalla Cina?
L'Italia è un grande consumatore di alluminio, con un fabbisogno di circa 2-2,5 milioni di tonnellate all'anno, e la nostra produzione di alluminio è abbastanza bassa, quindi una eventuale guerra commerciale su questo metallo potrebbe danneggiare seriamente tanti nostri comparti come l'edilizia , il packaging e l'automotive ( già distrutto dal flop imposto con le macchine elettriche!).
Ma tutta la EU è messa male, se ci tolgono il turismo siamo fritti!
Grazie dell'attenzione e alla prossima.
Immagine realizzata con Grok
Congratulations @giuatt07! You have completed the following achievement on the Hive blockchain And have been rewarded with New badge(s)
Your next target is to reach 6500 replies.
You can view your badges on your board and compare yourself to others in the Ranking
If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word
STOP
C'è anche da notare come i cinesi non siano un popolo che si abbassa e si prostra agli altri accettando condizioni, loro preferiscono morire piuttosto che cedere agli americani (a chiunque in generale) quindi la vedo dura che cedano ai dazi
Ma infatti il giochino dei dazi non funziona con la Cina, ma funziona alla grande con noi europei, che andiamo a Washington con il capello in mano e ci inginocchiamo chiedendo pietà.
Basta guardare le armi americane vendute alla nato (Europa) da rigirare all'ucraina...
La mia professoressa di chimica organica 2 affermava in continuazione che era stata la chimica dei poliuretani a fare grande il nostro paese (porto marghera per intenderci e lo scandalo tutto che portò al suicidio di Gardini). Ora, io da chimico, entrata all'università nel 1991, la deindustrializzazione di questo paese l'ho vissuta sulla mia pelle e i discorsi retrospettivi sono lunghi e dolorosi, quindi non mi soffermerò più di tanto o rischio di sbrodolare. Noi soffriamo un'incapacità popolare diffusa di non guardare a un palmo dal nostro naso. Abbiamo mangiato la cassa del mezzogiorno, non abbiamo sfruttato e manutenuto le nostre capacità territoriali per accrescere il terziario, scarseggiamo di risorse naturali e siamo vittime di una politica infame e collusa. Poi ci lamentiamo che siamo diventati schiavi della UE e dei paesi emergenti. Questo tuo post mi ha aperto le ferite del cuore.
Un abbraccio
Se succede qualcosa a livello mondiale e viene bloccato il turismo ( come durante il covid), come paese siamo veramente alla frutta, anzi , potrebbe essere finalmente uno stimolo per cambiare rotta, cosa che Trump sta provando a fare molto goffamente e con mille errori negli USA, però almeno lì se ne rendono conto.
Non sai quanto io sia d'accordo con te, noi siamo un paese che potrebbe stracampare solo di terziario, ma fatto bene, non lo schifo che si vede e il depauperamento continuo del territorio. Avremmo avuto la possibilità di aumentare la ricchezza procapite in modo enorme a far fronte anche ai periodi di magra. Certo che un paese deindustrializzato non puoi averlo per come gira oggi il mondo, o ti manca tutto il primario e il secondario, e poi ridiventi schiavo o della finanza o di paesi industrializzati. Ecco, noi né l'uno né l'altro. Siamo i geni, vero, sì... proprio i geni del male
!LOLZ
lolztoken.com
It's just something I can see myself doing.
Credit: reddit
@giuatt07, I sent you an $LOLZ on behalf of sissim72
(1/6)
Delegate Hive Tokens to Farm $LOLZ and earn 110% Rewards. Learn more.
Lol at the poker strategy of Trump, it's definitely hard to hold him at his words because he tends to go back on them anyway. China is a stronger nation, and they're probably the fittest people to ever go to trade war with Trump
Ok, a little bluff every once and while might work, but bluffing every day is starting to be ridiculous.
US mining had gotten some serious backing from the current administration. The Biden years new mining wasn't allowed because of environmental protection. I like a clean environment as much as everyone else, but if you don't mine and depend on China for everything you are at their mercy. The US needs to mine aggressively and start building goods here again. No more cheap junk from China.
China will do their best to lower the price to discourage mining here and elsewhere, it just proves they don't have anyone's interest in mind other than their own. Hopefully we will see more re industrialization here in the US over the next few years. I hope the same occurs it Italy and Europe as well. We need to take control of our futures once again.
I hope we, the collective West, can make a comeback and be great producers of goods and innovations like a few decades ago, but it doesn't seem a fast nor an easy process.