Italiani , lenti di comprendonio.

Quando escono fuori questa studi, il mio spiccato (forse anche troppo!) spirito critico mi fa drizzare le antenne, e mi chiedo subito se ci sia qualche interesse dietro, o se siano rispettati i parametri statistici, come il numero del campione di riferimento, oppure quali erano le categorie scelte e se sono state rappresentate in egual misura.
Un classico esempio è la statistica sulla vita degli uomini sposati rispetto a quelli single: alcuni studi dicono che gli uomini sposati vivono di più, peccato che hanno dimenticato di specificare che tra gli uomini single ci sono anche quelli divorziati, e che magari, proprio per colpa del divorzio, spese legali, assegni di mantenimento , vivono una vita miserabile..... proprio per il fatto di essersi sposati !!!
E la "bomba mediatica", questa volta, viene fatta scoppiare dall'OCSE, per cui , nel suo rapporto annuale "Education at a Glance 2025", più di un italiano su tre è capace di comprendere un testo solo se breve e espresso in parole semplici (37% contro la media OCSE di 27%), e questo dato non migliora con la tanto agognata istruzione, infatti un laureato italiano su sei non comprende testi complessi (16% contro la media Ocse del 10%).
Questo mina il senso stesso della formazione accademica e si riflette sul lavoro, infatti, il “premio salariale” di una laurea in Italia è basso: un laureato guadagna in media il 30% in più di un diplomato, contro il 54% della media OCSE. In altre parole, l’investimento in istruzione superiore in Italia ha un ritorno economico e sociale molto inferiore rispetto ad altri Paesi.
Chi legge i miei post sa che io sono sempre stato estremamente critico verso il mondo accademico e universitario, e secondo me, a parte poche facoltà serie e pochi docenti competenti, il sapere che viene trasmesso è di tipo mnemonico, enciclopedico, roba imparata a memoria e ripetuta spesso a pappagallo, pur di arrivare al tanto agognato "pezzo di carta".
Infatti si è trasformata la laurea in un titolo fine a sé stesso, un “pezzo di carta” da ottenere, piuttosto che un percorso volto a sviluppare reali competenze critiche. È l’applicazione della legge di Goodhart: quando una metrica diventa obiettivo (in questo caso, il numero di laureati), smette di essere utile come indicatore di valore, in questo caso come indice di un presunto aumento della cultura generale del nostro paese.
Siamo sicuri che più laureati voglia dire che stiamo facendo, per forza, dei passi in avanti? In quale materia si stanno laureando? Stanno veramente sviluppando delle conoscenze e delle competenze, o si schianteranno contro il mondo del lavoro come Alice nel Paese delle Meraviglie?
Tutto questo durante l'esplosiva diffusione dell'Intelligenza Artificiale, da cui dovrebbe spiccare la capacità di pensiero critico e comprensione profonda dell'essere umano, e , invece, le nostre scuole e università stanno sfornando "robottini" che scopiazzano i compiti per casa, e ripetono a memoria le ricerche su Google, insomma, proprio il tipo di formazione che dovremmo evitare.
Quindi , una grandissima fetta dei laureati italiani, si troverà a competere direttamente con le AI, e a perdere malamente: perchè ho bisogno di assumere un laureato in giornalismo per scrivere un articolo, seguendo la mia linea editoriale, quando posso usare un LLM ?
Forse, i giornalisti, per prendere una categoria a caso, dovrebbero tornare a fare reportage di inchiesta, ad indagare i vari aspetti della realtà nascosta dai poteri forti, invece di fare i camerieri che ripetono a memoria le veline che vengono dall'alto.... per quello, basta e avanza ChatGPT .
La frase “studia e avrai un futuro migliore”, mostra , ogni giorno che passa, i suoi limiti, e questo studio dell'OCSE ne sembra una riconferma, in un paese in cui la promessa educativa si svuota, generando sfiducia e frustrazione.
Grazie dell'attenzione e alla prossima.
Immagine di copertina realizzata con ChatGPT
Non posso che darti ragione, l'università non insegna nulla di veramente utile per il mondo del lavoro, da solo il titolo... Io ho dovuto imparare tutto sul campo... Per gli stessi soldi di un operaio
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Sono d'accordo con te. L'istruzione dovrebbe insegnarci a pensare e ad essere critici. A capire e analizzare ciò che leggiamo. Amo leggere, e anche molti dei miei amici amano leggere. Penso che faccia bene a pensare, studiare e comprendere le cose che ci circondano.