Ai nella pubblica amministrazione
Dopo aver parlato ieri del disastro dello SPID e della non curanza delle istituzioni ,che non vogliono affrontare i mille problemi di questo strumento, mi piacerebbe parlare oggi dell'uso dell'intelligenza nella pubblica amministrazione italiana.
Gli esperti del settore parlano chiaro: la Ai è ormai dappertutto, chi dice di non usarla o mente o fa finta di non vedere la situazione, ma possiamo dire che nel privato c'è una spinta maggiore ad ottimizzare l'uso di questo nuovo strumento, ne va della competitività con le altre aziende, e sappiamo che nel sistema capitalistico in cui viviamo oggi, se sei il pesce piccolo verrai presto mangiato dal pesce grande, quindi è meglio se ti dai una mossa a crescere al ritmo degli altri.
In un mondo estremamente competitivo come il nostro, non si può rimanere indietro, soprattutto a livello tecnologico, ed è per questo che le Big Tech, i colossi del Web e della tecnologia stanno spazzando via la concorrenza di giorno in giorno, basti pensare a quanto negozi e piccole botteghe hanno dovuto chiudere sotto l'influenza di Amazon, Ebay, Aliexpress, Temu e tutti i grandi E-commerce on line.
Però, la cara P.A. italiana, la Pubblica Amministrazione del nostro paese, diciamo che se la può prendere un po' più con calma: vogliamo tirare fuori il vecchio stereotipo di dipendenti statali che timbrano il cartellino e perdono tempo impegnandosi il meno possibile?
E dai, infondo se uno stereotipo esiste vuol dire che un fondo di verità, sotto sotto, c'è sempre 😃
Da un sondaggio (per quello che vale), sembra che l’IA sia già diffusa in tutti gli uffici, inclusa la PA, anche se spesso in modo non strutturato o inconsapevole: non si tratta di una scelta deliberata dei dirigenti, ma di un utilizzo spontaneo da parte dei dipendenti, che accedono a strumenti come ChatGPT o Copilot per attività come redigere bozze o riassunti, grazie alla loro facilità d’uso.
Questo, però, avviene in un contesto di “Far West” normativo, senza policy chiare o linee guida, in attesa di una legge italiana (prevista entro agosto) e della definizione delle autorità nazionali.
Quello che sembra mancare è il controllo su questi testi scritti dalla Ai, e una mancanza delle competenze e di addetti ai lavori qualificati, per questo , molti dirigenti stanno pensando a corsi di formazione proprio sull'uso dei Chatbot e delle Ai in genere.
Il problema, che sottolineano tanti, è che i dirigenti sono spesso selezionati per motivi politici, e non per le competenze o le qualifiche nel merito dell'ufficio a cui sono a capo, e quindi si creerà l'ennesima situazione a "macchie di Leopardo", con alcuna amministrazioni locali che implementano la Ai con successo e metodo, e altre un po' meno, e altre che fanno disastri inenarrabili.
Si può prevedere che succederà proprio come con lo Spid: lo stato, invece di prendersi le proprie responsabilità delegherà ad un tot numero di aziende terze, e bisogna pregare in ginocchio nella speranza che facciano un buon lavoro.
Io, personalmente, già in molti uffici e su siti di enti locali, vedo l'uso di avatar e chatbot,a cui è possibile fare domande e chiedere magari di qualche pratica specifica: le risposte, a mio parere, sono spesso insufficienti, e la voglia di parlare con una persona in carne ed ossa, cresce, anche se..... è uno "statale" 😂
Grazie dell'attenzione e alla prossima.
Immagine realizzata con Grok
Già me li vedo "uffa mi tocca scrivere sta circolare aspetta che chiedo a chatgpt" e poi via di copia incolla senza neanche leggere 😂 poi ovviamente in modo ufficiale l'ai non verrà mai usata altrimenti sai quanti inutili posti di lavoro salterebbero
Ahahah, figurati se gli statali trovano qualcuno e qualcosa che lavora al posto loro, non ci pensano due volte !
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